lunedì 13 gennaio 2020

Riflessologia Plantare Thailandese o Massaggio Thailandese del Piede

Riflessologia Plantare Thailandese o Massaggio Thailandese del Piede

Naturopata e Riflessologo Plantare
Guido Parente

Da Naturopata, prima di iniziare qualsiasi  trattamento, è necessario “centrarsi”,  io stesso che pratico le discipline olistiche da diversi anni, la pratico e la consiglio sempre.
La “centratura”, qualcuno la definisce una meditazione, oppure una purificazione ed una richiesta per poter intervenire su quel corpo, ovviamente, la nostra professionalità ci impone di allontanare i pensieri che ci portiamo dietro e di dedicarci a quella persona.
Nel Massaggio del piede in Thailandia, vive una forte ed intensa spiritualità, prima del trattamento, viene eseguita una puja, una preghiera ed una invocazione a Shivago Komarpaj, che viene considerato il fondatore del massaggio thailandese del piede.
Tra le numerose differenze con le altre tecniche Riflessologiche, il Thay food Massage, si differenzia per la postura, normalmente infatti, il trattamento viene eseguito con il cliente disteso su un lettino, invece nella tecnica thay, il cliente può stare seduto su una poltrona, oppure disteso, su una stuoia o un fouton per terra, ed il terapeuta è seduto per terra con il bacino appoggiato ai talloni, con le punte dei piedi sovrapposte, in altri termini la posizione seiza giapponese.
Inizialmente, vengono fatte delle pressioni sia sui piedi che sulle gambe della persona, pressioni che vengono definite palm-press, manovre tipiche del massaggio tradizionale thay, per poi esercitare delle pressioni sulla pianta del piede, vi sono frizioni localizzate, torsioni, stiramenti per sciogliere , allungamenti muscolari per facilitare il riallineamento strutturale, una sorta di stretching del piede.
Queste manovre servono per capire la costituzione fisica del ricevente (Uke) e per riscaldare le zone da trattare successivamente, per sciogliere eventuali rigidità articolari.
Nella Riflessologia Plantare normalmente, per portare sollievo al cliente, dopo aver trattato un piede e aver preso possesso dell’altro piede, copriamo con una coperta la gamba ed il piede già trattati, nella Riflessologia thay invece, la gamba ed il piede trattati vengono avvolti in un asciugamano con una particolare fasciatura.
I punti da trattare sul piede per la Riflessologia plantare thay, sono 23.
Altre particolarità del Thay food Massage, è data dall’utilizzo di crema, olio, del bastoncino stickwood, essenze, pomate e talco.
La stimolazione con il bastoncino di legno stickwood
È un bastoncino in teak, una qualità di legno molto pregiato, resistente e con notevoli caratteristiche tecniche ed estetiche, viene utilizzato per frizionare o stimolar punti specifici dei meridiani thailandesi chiamati Sen.
La stimolazione avviene con la parte dorsale del bastoncino, inoltre,  si usa anche un olio per favorire lo scorrimento sul piede; tale frizione, stimola le terminazioni nervose e la circolazione sanguigna e linfatica.
Portiamo due esempi concreti, se si  trattano gli spazi interdigitali, dove si riflettono le aree della testa e degli organi di senso, questo, favorirà la deambulazione, se la pressione invece verrà eseguita sul tallone, si favoriranno le zone delle ovaie e dei testicoli e vi sarà una rinnovata vitalità degli organi genitali.
In ognuna delle varie scuole thailandesi, ovviamente esistono modalità di lavoro e mappe personalizzate, altrettanto valide, costituite da sequenze ben precise atte a riequilibrare complessivamente la persona a livello psico-fisico.
La Riflessologia Plantare Thailandese è un trattamento che dura circa un’ora,  ridona vitalità ed energia a tutto il corpo e porta numerosi benefici: tra cui una sensazione di benessere e rilassamento, la riduzione dei gonfiori, cura e prevenzione di diversi disturbi, favorisce il sonno, aiuta la circolazione delle gambe.

Indicato per:

v bilanciare le polarità, consentendo all’energia della persona di fluire armoniosamente
v migliorare la circolazione linfatica e del sangue
v normalizzare la funzionalità degli organi e delle ghiandole, regolandone l’attività
v favorire il rilassamento profondo e la tranquillità, del corpo e della mente
v diminuire lo stress e la tensione
v stimolare il sistema ormonale ed immunitario
v sbloccare le congestioni e i ristagni energetici dai circuiti elettromagnetici del corpo
v diminuire i gonfiori dei piedi e delle gambe
 migliorare la qualità del sonno
v stimolare l’eliminazione degli accumuli di tossine dal piede e dall’organismo in generale

Guido Parente – Naturopata, Pranoterapeuta Vibrazionale, Riflessologo Plantare.
©2019 Guido Parente. SIAE 2019. All rights reserved

Cos'è la Radiestesia

Cos'è la Radiestesia


Guido Parente
Naturopata


La parola "Radiestesia" deriva dall'unione di due parole, raggio dal latino "radius", e l'altra greca lαἴσϑησις (âisthēsis) percezione, ed indica l'azione di percepire un raggio, il termine Radiestesia  è stato coniato da padre Bouly alla fine dell’800
La Radiestesia, ha origini molto antiche, può peraltro essere considerata la discendente della Rabdomanzia, che è uno dei sistemi antichi che l’uomo ha usato per entrare in contatto con le forze della natura e a d utilizzarle per scopi benefici.
Per il famoso radiestesista italiano, padre Bortone, il fenomeno radiestesico, consisterebbe in
una interazione tra le radiazioni emesse dall’oggetto in studio e particolari centri recettori esistenti nell’organismo dell’operatore. Lo stimolo fisico, prodotto da queste radiazioni sulla cute  e sugli organi di senso, tradotto in stimolo elettrico, dall’apparato nervoso, agisce sui centri cerebrali , che, a loro volta, agiscono sui muscoli dell’operatore. Inconsciamente, egli aziona il pendolo, che funge così da rilevatore della microattività neuromuscolare".
(Fernando Bortone, “la radiestesia applicata alla medicina”, ed. Vannini).

La radiestesia è quella pratica che, mediante la captazione dell'irradiazione che ogni corpo o sostanza emette, consente di scoprire corpi o sostanze nascoste, di conoscere l'ubicazione, l'entità, la natura, la specie e la qualità e l'influenza che esercitano gli uni sugli altri.
Tutti i corpi, secondo queste teorie, emanano  radiazioni che si possono percepire e segnalare attraverso l'uso di particolari mezzi o strumenti.

 Storia della Radiestesia

A carattere storico, sappiamo da reperti, scritti ed iscrizioni, che era usata ad esempio,  in   Cina nel periodo del 2500 a.C., nello stesso periodo  tra il 2200 ed il 2500 a.C.  nell'area normanna e bretone,vi sono reperti trovati appartenenti al popolo Celta, o da pendoli rinvenuti in piramidi egizie, essa era normalmente utilizzata, infine andando ancora più a  ritroso nel tempo, sono state rinvenute in grotte preistoriche, figure umane intente ad usare la classica forcella.
Mosè, viene invitato a percuotere da Dio (Bibbia) la verga sulla roccia per far sgorgare acqua allo scopo di fissetare il popolo di Israele durante l’esodo.
Cicerone, fu grato agli Etruschi per aver insegnato ai Romani, l’arte della rabdomanzia, la leggenda narra che Romolo abbia consultato un rabdomante etrusco per trovare il luogo adatto per far sorgere la città di Roma.
Nel periodo Medievale, la radiestesia ebbe un periodo di flessione, poiché veniva attribuito un potere stregonesco e magico.
Dal XVII secolo, la Radiestesia, soprattutto in Francia iniziò ad essere utilizzata sia da sacerdoti, che da ingegneri per analizzare punti geo-patogeni delle abitazioni, e anche attualmente essa è utilizzata dalla forza pubblica come mezzo di ricerca e di indagine.
Nella Chiesa Cattolica, diversi missionari che operano in africa, utilizzano la Radiestesia per ricercare fonti d’acqua per la popolazione povera.

Come funziona?
Il radiestesista è la persona che pratica la radiestesia,  è un operatore olistico, e deve dunque limitare la sua opera alla ricerca della malattia, senza fare diagnosi e/o consigliare farmaci.
Per la radiestesia gli strumenti principe, sono il pendolo,  o il  bio-tensore che è una sottile bacchetta di acciaio con un anello nella parte terminale e permette di determinare lo stato di salute di un essere umano, ma anche di trovare elementi naturali come l'acqua e i minerali, di essere quindi utile in vari campi, dall'agricoltura all'ecologia , o la piastra da Stick tattile.
Inoltre di grande ausilio nelle ricerche radiestesiche è l’uso di particolari quadranti o ventagli, fogli sui quali sono riportate tutte le possibili risposte per quella specifica indagine
Si possono utilizzare diversi tipi di Pendoli, che dovrebbero avere un peso tra i 20 e i 40 grammi, liberamente sospesi ad un filo e liberi di oscillare e girare.
I più usati sono:
  1. pendolo Karnak
  2. pendolo Osiride
  3. pendolo Iside
  4. pendolo Ptah
  5. pendolo Mermet
Operando sul corpo eterico, fatto di energie pure e luce, è possibile grazie alla radiestesia comprendere, prevenire ed eventualmente trattare la malattia.
I maestri yogi insegnano che nel corpo eterico si riconoscono molti centri energetici i più importanti dei quali sono i 7 chakra, che sono situati lungo l'asse della colonna vertebrale e che sono "vortici di energia", si tratta la base della colonna vertebrale, l'ombelico, la milza, il cuore, la gola, le sopracciglia, l'estremità del capo.
Servendosi di una mappa che li rappresenta, si fa scorrere il pendolo o lo strumento utilizzato su ognuno di essi.
Se il chakra è funzionante ed aperto nel modo giusto, il moto dello strumento, secondo la convenzione mentale stabilita, è verso destra, gira o si muoverà in senso contrario se il chakra rivela disarmonie.
Un arresto del pendolo indica la chiusura del chakra esaminato.
L'esame del corpo eterico è importante, perché le malattie si rivelano prima sul piano eterico e poi su quello fisico, ciò permette di prevenire ed orientarsi su un trattamento appropriato.
Un operatore dotato di esperienza e sensibilità può esaminare una persona anche a migliaia di chilometri di distanza, in mancanza del soggetto su cui si compie la ricerca tramite l’uso di oggetti appartenenti a al cliente definiti “Testimone”,  giungendo talvolta a comprendere con una notevole precisione non soltanto il punto esatto della malattia, ma anche la natura della patologia.

Quali disturbi/disagi tratta la radiestesia?
Tutte gli elementi che vanno a disturbare e distorcere il corretto equilibrio energetico umano, sono indagabili per mezzo della radiestesia.
Essa si applica all’indagine, solitamente preventiva, sullo stato di salute di una persona, al fine di stabilire il suo livello vitale, il corretto funzionamento dei suoi chakra, lo stato di salute dei suoi organi, le sue allergie e intolleranze, la sua interazione corpo-mente, le difficoltà psicosomatiche, la natura e l’origine dei suoi disturbi, per poi valutare quali possono essere i rimedi più adatti.
 La radiestesia è una scienza affascinante, i campi a cui porta i suoi contributi sono moltissimi, tra cui:
  1. scoperta di sorgenti o corsi d’acqua sotterranei
  2. scoperta di giacimenti minerali solidi, gassosi, liquidi
  3. ricerche archeologiche
  4. ricerca di corpi scomparsi
  5. ricerca di cose nascoste
  6. studio del terreno agrario con relativi concimi e coltivazioni
  7. analisi di un corpo qualsiasi
  8. indicazione orientamento di case, stanze e mobili
  9. indicazione di malattie su persone e animali
  10. indicazione delle terapie per le malattie
  11. diagnosi sulla foto di un ammalato
  12. misurazione del grado di intelligenza
  13. scoperta delle attitudini professionali
  14. misura del grado di perfezione spirituale
  15. prova del valore di preziosi
  16. stabilire la sopravvivenza di una persona scomparsa 
Guido Parente – Naturopata, Pranoterapeuta Vibrazionale, Counselor in fieri.
©2019 Guido Parente. All rights reserved 

Professione Disciplinata ai sensi della legge 14 gennaio 2013 n. 4
 (G.U. 26 gennaio 2013, n. 22)

Perché ci affidiamo sempre di più alle discipline olistiche

Perché ci affidiamo sempre di più alle discipline olistiche

Naturopata
Guido Parente


Lo stress della vita di tutti i giorni, ci porta una serie di problematiche correlate, a livello psicosomatico, tra cui ansia, crisi di panico, chiusura di alcuni chakra, difficoltà nei rapporti umani, isolamento, acufeni e quant’altro.
Sappiamo che il sistema dei chakra è interconnesso al sistema endocrino, agli organi interni.
 Un malfunzionamento dei chakra, può essere determinato da un conflitto vibrazionale dato da problematiche psicosomatiche, da traumi fisici e mentali, da fobie, da mancata soddisfazione dei bisogni primari (Piramide di Maslow), problematiche culturali, stress, depressioni…
Leggere sui quotidiani e vedere in televisione, sempre più tematiche violente, uccisioni di donne, incidenti,  pensieri diversi sulle somministrazioni di farmaci, a vaccini.
Diverse persone chiedono in maniera sempre più insistente “qualcosa di Naturale”, e la frase che sento dire sempre più spesso, è “non mi fido dei farmaci”.
Il terapeuta più adatto nel “consigliare”,  è la figura del Naturopata, che, disponendo di un bagaglio culturale inerente le varie discipline olistiche, a seconda della problematica riscontrata, può consigliare il trattamento olistico più adatto.
Da Naturopata Psicosomatico, conosco bene le dinamiche comportamentali del nostro corpo quando si sente attaccato da fenomeni esterni, possiamo avere difficoltà intestinali, piuttosto che di bruxismo, piuttosto che difficoltà respiratorie date dalla chiusura del diaframma.
Vi è una ricerca sistematica inerente la  Medicina Olistica o Alternativa, al ricorso a terapeuti olistici, quali Naturopati, Riflessologi Plantari, Operatori di tecniche varie, dallo Yoga,  alla Cristalloterapia, all’uso di essenze e oli essenziali alla Meditazione, alle Campane Tibetane, al Watsu, allo Shatsu, ai vari tipi di Massaggi, ai mantra, alla respirazione, alla visualizzazione, alla cromoterapia, alla vibrazione delle campane tibetane, all’uso del pensiero come matrice importante e fondamentale a mio avviso (pensiero positivo) siamo in grado di ri-equilibrare i chakra e d il nostro modo di essere.

Vi è una costante e sempre maggiore propensione alla Spiritualità, alla ricerca di raggiungere un’unione con il proprio sé, in maniera naturale, in unione altresì con persone che condividano uno stile di vita simile.
Chakra come sedi dell’energia karmica
Errori di percezione correlati con specifici chakra possono portare problematiche di vita molto importanti, per esempio la percezione dell’amore o dell’accettazione o ancora meglio di come siamo visti e interpretati da coloro che ci sono vicini, siano essi parenti o colleghi.
Una percezione distorta può farci apparire sgraditi e porta ad un isolamento volontario, come una percezione di non essere amati, può portare problematiche su specifici organi, crisi di panico, mancanza di respiro.
Permettere alla nostra consapevolezza di raggiungere un livello superiore, ci fa comprendere le ragioni della sofferenza, diventando spiritualmente più consapevoli ci fa entrare in sintonia con il nostro sé più profondo. 
Questo processo evolutivo ci rende possibile modificare le emozioni, la mente e di conseguenza il nostro corpo.
Da relativamente poco tempo, si inizia a parlare di “vibrazioni, di trasmettere energia, sfere di energia, di influenzare a distanza”. 
Einstein modificò radicalmente il pensiero sulla materia, ove la materia è energia
La nuova interpretazione einsteniana, vede gli esseri umani come una rete di campi energetici che si interfacciano con sistemi fisico-cellulari. 
Il momento in cui andremo a ribilanciare i campi energetici, andremo a porre rimedio alle possibili dis-funzioni che la materia può avere. 
Tutti gli organi dipendono dalla vis medicatrix naturae, la forza vitale di auto guarigione, che tutti possediamo, che crea formidabili sinergie tramite una organizzazione di componenti molecolari. 
Quando accettiamo che l’uomo è un essere fatto di energia iniziamo a comprendere che vi è un modo nuovo di affrontare la malattia. 
Ogni chakra è associato a diverse frequenze vibratorie, ogni chakra a sua volta distribuisce energia vitale ai diversi organi che si trovano nella stessa zona del corpo, che tenderanno a risuonare alla stessa frequenza.
L’interazione di mente e corpo determina la possibilità di comprensione della causa di tutte le possibili malattie.
 La cura di una parte ammalata del corpo per mezzo della meditazione, veicola una maggiore consapevolezza verso parti del proprio corpo, che a causa di fattori esterni, quali ad esempio stress e vita compulsiva di tutti i giorni, diventano maggiormente vulnerabili all’attacco di malattie psico-somatiche.

 Naturopata
Guido Parente 
©2019 Guido Parente. SIAE 2019. All rights reserved 

Il Diaframma: la porta dell’anima

Il Diaframma:
la porta dell’anima

Naturopata
Guido Parente

Nel corso dei miei studi di Naturopatia e della mia esperienza lavorativa, mi sono trovato a che fare sovente con il diaframma definito anche la “porta dell’anima”, a verificare come esso sia uno dei luoghi più comuni ove risiedano i cosiddetti blocchi psicosomatici.
Vari studiosi hanno affrontato questa tematica in maniera diversa, con spunti psicologici e comportamentali.
Wilhelm Reich, psichiatra viennese, allievo di Freud,  descrisse il blocco psicosomatico relativo al diaframma,  corazza muscolare o caratteriale.
Con il termine di "corazza", si indica l'ancoraggio bio-psicologico della repressione emozionale, o più semplicemente, come indica il termine stesso, lo scudo sia fisico che mentale dietro il quale la personalità (da "persona", maschera) si nasconde per proteggere l'individuo.
 La corazza ha la tendenza a "fossilizzarsi" e a non evolversi seguendo lo sviluppo dell'individuo durante il corso della propria vita.
È in questa fase che la corazza cessa di svolgere il suo ruolo primario di difesa e si trasforma in una mera "zavorra" che limita la libertà e la felicità dell'individuo.
Reich,  si esprimeva così: ”ogni tensione muscolare contiene la storia e il significato della sua origine”; infatti, fin dall’infanzia, ogni esperienza – traumatica e non - ogni pulsione repressa, corrisponde - a livello corporeo - ad un irrigidimento.
 Egli,  rielaborò le scoperte che il suo Maestro Freud fece sulla psicoanalisi della sessualità e delle nevrosi sviluppando il tema dell’energia orgonica, una forma di energia vitale che dovrebbe scorrere liberamente lungo tutto il corpo e che trova la sua massima espressione nella sessualità.
 Se questo non avviene, ossia se la capacità di desiderare e di godere viene repressa od ostacolata (attraverso le pressioni esterne e le tensioni interne), allora subiremo forme di angoscia, inibizioni e blocchi.
 La somatizzazione di queste tensioni, che Reich definisce “blocchi energetici”, andranno via via a formare la cosiddetta “corazza caratteriale”, una specie di armatura che limita i nostri sentimenti e la nostra libera espressione; una corazza che - in chiave positiva - potrebbe costituire una corazza protettiva, ma che, in realtà, ci blocca e ci limita.
 La corazza caratteriale e muscolare, costruita quindi per evitare il dolore, finisce per impedire all’essere umano anche di provare piacere: se vogliamo, un grande “non sense”.
 Quando nel nostro corpo compaiono troppe “zone morte”, ove l’energia non fluisce liberamente, il corpo stesso, nella sua integrità, finisce per diventare debole e vulnerabile.
Se l’energia è bloccata, se a causa di questi blocchi essa non può fluire liberamente, allora diventa stagnante, distruttiva e può essere essa stessa causa di maggiore esposizione alle malattie.

I sette Segmenti Corporei
 Wilhelm Reich suddivise il corpo umano in sette segmenti corporei ove, in ognuno di essi, l’energia si potrebbe bloccare:
 1. segmento oculare;
2. segmento orale;
3. segmento cervicale;
4. segmento toracico;
5. segmento diaframmatico;
6. segmento addominale;
7. segmento pelvico.

Analizzando ognuno di questi segmenti, ad un Osservatore esperto traspare come sia facile decodificare i messaggi che il corpo emana e come, tramite le vibrazioni della Pranoterapia e delle Campane Tibetane, vi sia la possibilità di smuovere questi blocchi energetici che si possono venire a creare.
 Segmento oculare: in questo segmento è contenuto il cervello, deputato al coordinamento delle funzioni vitali. Si evidenzia con uno sguardo vuoto, fisso, spento, che può trasformarsi in uno sguardo vivo, attento alla realtà e alle emozioni.
 Segmento orale: collegato alla muscolatura della bocca, della gola e della lingua. Si evidenzia con emozioni collegate al pianto e alla rabbia.

Segmento cervicale: comprende il collo e, come dice il nome stesso, la cervicale ed è la zona principe di tensioni muscolari importanti. Si evidenzia con il pianto e l’”ingoiare” situazioni pesanti.
 Segmento toracico: comprende i muscoli del petto, delle spalle e gli intercostali. Si evidenzia con il blocco emozionale che porta, a sua volta, ad un blocco della respirazione e delle emozioni.
Segmento diaframmatico: segmento cardine, posto esattamente a metà del nostro corpo, comprende stomaco, fegato e plesso solare. Si evidenzia dalla chiusura dello scorrimento energetico nelle due metà del corpo umano.
 Segmento addominale: posto nella muscolatura addominale, è il nostro terzo chakra. Si evidenzia con il trattenere le emozioni più profonde e viscerali.
 Segmento pelvico: il blocco di questa parte del nostro corpo, relativa agli organi genitali, che irrigidisce il bacino ed impedisce lo scorrimento delle energie sessuali, è spesso collegato e/o accompagnato a patologie sessuali.


Il corretto lavoro del muscolo diaframma può giovare a ognuno di noi ed entrando nel particolare troviamo un miglioramento a livello di:

ü  Respirazione e ossigenazione
ü  Stress e ansia (utile anche a livello psicologico)
ü  Rilassamento e meditazione
ü  Postura

In molte più persone di quello che si possa pensare questa proporzione viene completamente sfalsata, invertita o peggio (in caso di blocco diaframmatico).

Avere un diaframma poco funzionante, salvo che voi siate in gravidanza dove risulta normale, può portare molti problemi in diversi ambiti della salute: parliamo in generale di stress, mal di schiena, dolore cervicale,  stitichezza, gastrite, e altre problematiche causate ad esempio dalla contrazione scorretta e dal mancato movimento dei visceri.

Non a caso molte discipline olistiche come lo yoga, la meditazione concentrano molta attenzione sulla corretta respirazione per poter raggiungere il benessere desiderato.

Il lavoro sulla respirazione e sul diaframma viene molto spesso utilizzato con successo anche in ambito psicologico per migliorare stati di ansia e l’emotività.

Il principale muscolo coinvolto nell’atto respiratorio è il diaframma, rappresentato come una cupola che divide la cavità toracica da quella addominale.
Ha collegamenti superiori con polmoni e cuore, inferiori con fegato e stomaco, con inserzioni sulle prime vertebre lombari e sulle ultime coste.
Attraverso il diaframma passa la vena cava inferiore (per il drenaggio degli arti inferiori), l’esofago (digestione) e l’aorta addominale (che irrora il cuore).
Con il suo movimento, esso, rispecchia il nostro stato d’animo, le nostre emozioni e, dati i suoi intimi rapporti con le catene muscolari, dipingerà i contorni della nostra postura.
Il diaframma riveste una grande importanza sul piano emozionale, ed è vero che esistono dei modi di dire caratteristici per definire un grosso stress emotivo :” mi è mancato il respiro”, oppure “ho ricevuto un pugno nello stomaco”, quindi gli shock emotivi, così come quelli fisici, condizionano inevitabilmente questa struttura e possono essere memorizzati dai tessuti.
Le emozioni sono intimamente connesse con il respiro, con il diaframma, con gli atteggiamenti e le espressioni.
 E, dato che il diaframma è anche un epicentro per le catene muscolari, ogni problema posturale, ogni trauma, disagio, dolore, etc, si rifletteranno in lui, modificando i suoi ritmi ed alterando la sua forma.
Guido Parente Naturopata
http://guidoparente.com
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La STENOSI LOMBARE trattata con la Pranoterapia ed il trattamento Craniosacrale

La STENOSI LOMBARE
trattata con
la Pranoterapia ed il trattamento Craniosacrale

Guido Parente
Naturopata


La stenosi lombare è una patologia artrosico degenerativa molto diffusa in età avanzata, più comune a livello del rachide cervicale o lombare, che può verificarsi da sola o in concomitanza con la patologia del disco.
Il restringimento del canale vertebrale provoca la compressione del midollo spinale e delle terminazioni nervose: ecco perché chi è affetto da questa patologia, spesso soffre di mal di schiena e di dolori muscolari.
La stenosi spinale può presentarsi in diverse zone della colonna vertebrale.
v Si parla di stenosi cervicale quando si produce la compressione delle vertebre cervicali (da C1 a C7);
v parliamo di stenosi lombare invece, se il restringimento avviene nella zona lombo-sacrale, (vertebre L1-L5 e S1-S2).

Cause

La stenosi del canale vertebrale può essere:
  • congenita: dovuta a una malformazione delle vertebre o provocata da altre patologie presenti alla nascita;

  • post-traumatica: in seguito a eventi traumatici, come le fratture ai danni della colonna vertebrale, oppure data da piccoli traumi ripetuti nel tempo che possono provocare il restringimento del canale vertebrale;

  • degenerativa: la forma più comune della patologia stenotica. Normalmente colpisce le persone dopo i 60 anni di età, quando la colonna vertebrale comincia a cambiare forma a causa dell’invecchiamento.


Sintomatologia
La stenosi vertebrale infatti, colpisce in primo luogo gli ultrasessantenni.
Si tratta del restringimento del canale dove passa il midollo spinale con la conseguente, dolorosa, compressione dei nervi.
Il dolore, quindi, non è dovuto alla compressione del midollo spinale o delle radici nervose.
Crampi e il dolore conseguente, sono senza dubbio i sintomi più evidenti, il dolore  si allevia quando si assume una posizione seduta o sdraiata e che ricompare dopo uno sforzo fisico.

La stenosi vertebrale lombare in genere si manifesta con un iniziale zoppicamento (claudicatio intermittens spinalis), mentre in altri casi si può avere astenia (debolezza muscolare) e intorpidimento o formicolii agli arti inferiori.

Quando la stenosi prende origine da un’ernia al disco, tra i sintomi rientra una lieve lombalgia, che può essere accompagnata da sciatalgia (dolore che si irradia nella parte posteriore della coscia e della gamba) o da cruralgia (dolore che si irradia nella parte anteriore della coscia).

Sintomi più frequenti sono:
  • lombalgia, dolore ai glutei, infiammazione del nervo sciatico;
  • formicolio alla coscia;
  • gonfiore ai piedi e alle caviglie;
  • perdita di sensibilità alle dita dei piedi;
  • rigidità della colonna vertebrale;
  • perdita di equilibrio.

Cura Allopatica 

In genere, è subito ai FANS che si fa affidamento, per le loro proprietà antinfiammatorie e analgesiche, farmaci neurotrofici, antinfiammatori e antidolorifici oppure con iniezioni di corticosteroidi, o al paracetamolo.
Oppure si suggeriscono  esercizi per migliorare l’elasticità della colonna quali:
v yoga,
v esercizi di stretching,
v di flessione e di estensione della schiena,
v trattamento craniosacrale.
Nei casi più gravi, si ricorre all'intervento chirurgico, quello maggiormente praticato per la stenosi spinale cervicale è la foraminotomia cervicale.
Tale procedura è volta ad allargare il canale spinale per alleviare la compressione sul midollo spinale e sintomi come formicolio e debolezza che si verificano con questa condizione patologica.

Trattamenti Olistici

Trattamento craniosacrale

Nel trattamento della stenosi lombare, il  trattamento craniosacrale unito alla pranoterapia, è di grande efficacia.

Esso consiste in una serie di tecniche attive e passive con il fine di eliminare l’ipertonicità dei vari muscoli del rachide e per ridare maggior armonia al rapporto tra muscoli agonisti e antagonisti, cosa fondamentale per una maggior fluidità e per il bilanciamento del movimento dell’organismo.

Molto spesso nelle persone con dolori lombari, il movimento del sacro risulta molto lento e alle volte quasi assente.

 Il  trattamento craniosacrale, è finalizzato a togliere la tensione e nel cercare di dare armonia e libertà al sistema, con il rilassamento del diaframma pelvico e respiratorio.

Nel trattamento Craniosacrale, le tecniche per decongestionare il tratto lombo-sacrale sono l’Arm Bridge e la decompressione lombo-sacrale.

L’Arm Bridge è utile per “liberare” il sacro dalle articolazioni sacro-iliache: la compressione dell’articolazione lombosacrale (L5-S1) causa gravi disfunzioni del sistema craniosacrale; a livello lombare le faccette articolari sono maggiormente compresse e i tessuti connettivi, come meccanismo di protezione, si irrigidiscono per evitare ulteriori lesioni.

La decompressioni di L5-S1 hanno lo scopo di togliere la compressione presente tra le faccette e di conseguenza eliminare le tensioni di muscoli.

Pranoterapia Vibrazionale

Nel trattare i corpi sottili, si cerca di ripristinare l’omeostasi che è l’equilibrio funzionale e vitale dell’organismo, le medicine alternative, possono essere usate con funzionalità di modalità preventiva, curativa e riabilitativa.

Va chiarito che quando si parla di guarigione, si sottintende l’eliminazione delle cause energetiche, psicosomatiche, ereditarie, ma non muoviamoci sul miracolistico, preferisco pensare che la sinergia di queste due tecniche possano riequilibrare il fisico.

Tra le proprietà terapeutiche della pranoterapia spiccano quelle propriamente relative a proprietà analgesiche, antidolorifiche e antinevralgica.

L’azione che verrà effettuata andrà a far aumentare le endorfine, stimolando pertanto sia l’ipofisi che i surreni, le bio-endorfine che sono dei neurotrasmettitori, impedirebbero che i messaggi dolorosi si trasmettano da neurone a neurone per poi arrivare alla percezione del dolore.

Pertanto, grazie alla Pranoterapia Vibrazionale,  mediante l’apposizione delle  mani, si riescono ad alleviare stati infiammatori, anche molto gravi.

Il trattamento Bio-pranoterapeutico, si svolge principalmente sulla colonna vertebrale , partendo dal tronco verso la gamba e/o il piede,  si agirà inoltre, sulla parte discale (ove fosse presente un’ernia del disco) a pochi centimetri dalla pelle e si assorbirà il flegma, sedando l’infiammazione. 

Guido Parente Naturopata
http://guidoparente.com
©2019 Guido Parente. SIAE 2019. All rights reserved

Il Guaritore Malato, il Dolore e la Rinascita


Il Guaritore Malato, il Dolore e la Rinascita

Guido Parente
Naturopata Psicosomatico




Oggi desidero parlare della figura del Guaritore Malato o Ferito....

Non abbiate mai paura delle vostre ferite, dei vostri limiti, della vostra impotenza. 
Perché è con quel bagaglio che potrete aiutare i  malati e non con le vostre presunte forze, con il vostro presunto sapere."

Frank Ostaseski

Una meravigliosa frase, che rappresenta una verità su questa particolare attitudine.

Ricordate sempre che...

....siete meravigliosi esseri umani non dei robot...

Jung parlava dell'archetipo del “guaritore ferito”, di colui che tiene in sè due poli opposti: 

il guaritore ed il ferito.

È solo così che il terapeuta, può comprendere cosa sia la sofferenza, solo riconoscendo e integrando la propria sofferenza, paradossalmente, vedendola come un plus e non come debolezza o fragilità.

Ma bensì come forza e strumento, solo ascoltando senza giudizio si può comprendere ed al contempo, entrare in contatto con l’altrui sofferenza...

Spesso, per molti, il terapeuta è una sorta di entità astratta, un essere che conosce delle tecniche e che possiede degli strumenti appresi teoricamente per poter guarire l’altro, un essere che possiede la verità, immune dalla sofferenza, infallibile. 
Eh..Magari!

Nelle comunità antiche era una sorta di Dio, uno sciamano, un uomo medicina, che metteva la sua conoscenza al servizio del clan, della tribù.

Ora i tempi sono sostanzialmente mutati, la scienza ha portato a nuove conoscenze, a nuovi strumenti per il benessere, ha portato anche ad una snaturalizzazione dell’uomo, forse anche per questo motivo, c’è una attenzione verso la naturopatia, verso l’olismo, verso l’essere umano visto nella sua interezza, una nuova dimensione, un ridimensionamento dell’ego.

A parer mio, un buon terapeuta è un uomo o una donna ferito/a, che è entrato in contatto con la propria sofferenza, con il proprio dolore e che ci ha “fatto i conti”, che l’ha affrontata, l’ha integrata, e da questa ferita,  è riuscito a trovare la via per prendere contatto con le ferite altrui.

Ricordo che i giapponesi ricostruiscono un vaso rotto, inserendo oro fuso tra i cocci...

Ebbene io credo che questa riflessione sia fondamentale!

Questo pensiero, mi accompagna da quando fin da piccolo a 10 anni, ho deciso di fare questo lavoro, confrontandomi con i miei limiti, con il mio essere stato ferito e il mio “essere un guaritore, un pranoterapeuta, un naturopata”. 

Pochi giorni fa, è venuto da me un terapeuta che ha avuto un ictus, ho percepito la forza della mente, ma anche la debolezza del corpo, e poi…come dire una sorta di accettazione di non poter fare più nulla.

Ebbene, non sono d’accordo!

Tante volte ho ripetuto nei miei scritti, ma anche oralmente a persone che si sono affidate a me, che dobbiamo fare esattamente come diceva Socrate “so di non sapere, quindi so!”, dobbiamo prendere spunto dagli avvenimenti che ci colpiscono e portare avanti con la determinazione che ci ha sempre aiutato e sostenuto, il nostro lavoro di terapeuti.

L’esperienza nel DOLORE, ci fa comprendere le sofferenze altrui.

Diventa un punto di partenza, un punto di forza!

Come detto più volte,  non facciamo come tante persone,  i TEORICI.

Leggere su un libro che a quel particolare “squilibrio/patologia” è rapportabile una certa sintomatologia, ma non averla mai vista/vissuta, fa di quel terapeuta una persona incompleta!

Solo chi ha avuto un percorso di un certo tipo, ha avuto modo di crescere, di confrontarsi con sé stesso e con il “lato oscuro” di sé stesso, di vincere nonostante la deformità che il corpo poteva aver subito.

Mi torna alla memoria il grande fisico nucleare inglese Steve Hawkings, ha avuto una mente prodigiosa e  un corpo ferito da diverse patologie gravi, nonostante tutto questo, è una delle menti più brillanti del nostro secolo, come uomo, si è sposato ed ha anche avuto dei figli.

A causa della sua patologia è costretto a comunicare, con un sintetizzatore vocale.

La sua immagine pubblica, a seguito di numerose apparizioni, in documentari e trasmissioni televisive, è divenuta una delle icone popolari della scienza moderna, come già accaduto ad Albert Einstein.

Il Terapeuta è un essere umano a tutti gli effetti; alle volte, è vero pecca di prosopopea, di sentirsi infallibile e forse con un ego smisurato, sicuramente, a a mio avviso, deve lui stesso abituarsi a chiedere aiuto, insieme ad una comunità di esseri possiamo aiutarci vicendevolmente e portare rimedio e cura verso chi ne ha bisogno.

Per il paziente/cliente,  non è importante sapere quali e quante sofferenze si celino dietro il proprio terapeuta, ma ciò che importa, è sapere che anche il proprio terapeuta è una persona umana esattamente come lui,

Nè più nè meno...

Forse con un po' di esperienza in più...

Guido Parente

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